La storia si dilunga nel parlare di un tizio, che inizia il suo viaggio in treno per poi passare a diverse ambientazioni, a raduni di persone che leggono poesie astruse, poesie che vengono create anche durante le vicende dei personaggi. Ci sono passaggi in cui si accenna al buddismo. Relazioni sessuali tra gli amici del nostro protagonista. Salita su una montagna con l’organizzazione di un escursione a tre persone (compreso il protagonista), che affrontano una montagna per cercare di arrivare alla vetta, cosa strana per le persone che incontrano in locanda che stanno la per cacciare. Arrivati alla vetta, scendono. L’amico Japhy parte per il Giappone, non prima di aver consumato, e mollato una ragazza al porto. Il protagonista lavora come guardaboschi per evitare gli incendi, e lo portano in una postazione in vetta ad una montagna (dove sembrerebbe esserci stato il suo amico Japhy in precedenza) e sta tutto solo in una casetta che cade a pezzi e deve ripulire, a contemplare il panorama e ogni tanto canticchia, fa un po come gli pare è libero (il suo lavoro in quel posto è controllare che non ci siano incendi).
E’ stato un po’ una delusione questo libro, la prosa non scorre per niente. Non ha un susseguirsi logico. La descrizione dei luoghi è frammentaria. I termini legati al buddismo sono a me sconosciuti e perciò non ho capito il tutto.
Non mi è piaciuto. E’ strano leggere recensioni molto positive sullo stesso libro, o non sono all’altezza del libro per mancanza di conoscenza, traduzioni che non rendono il libro … bah…