I fondi per il turismo non sono arrivati

Sono veramente scandalizzato per il fatto che i fondi per il turismo non sono arrivati. In tv parlano di un sacco di soldi che sono andati alle imprese ed hai lavoratori, ma per esperienza personale non sono mai pervenuti. Lavorando in ambito turistico è uscita una procedura per richiedere i fondi. Ho compilato un sacco di documenti per accedere ai fondi, ma a tutt’oggi non è arrivato nulla, sono passati mesi. Qua la situazione è vermante tragica. Il settore turistico è veramente provato. Dallo Stato e dalle banche non ci sono aiuti, ma ti chiedono loro di aiutarli con tutte le tasse che impongono. Qua arrivati ad un certo punto la situazione non è più sostenibile, se non fanno veramente qualcosa questi politici del cavolo (per non dire di peggio), faremo una brutta fine.

Ereader e prestito libri

L’ereader è incentrato nella vendita dei libri. Amazon ha di fatto creato un sistema chiuso. Rakuten Kobo è anche un sistema chiuso ma con uno spiraglio, sembrerebbe possibile usare il prestito degli ebook dalle biblioteche, il fatto complicato è che bisogna prima passare per il programma di Adobe. Dunque con tutti i passaggi, che bisogna fare rispetto al prestito con un dispositivo android che hai l’app e il libro subito a disposizione. Mi domando, conviene spendere dai cento euro in su per un dispositivo con prestazioni veramente scarse in reattività, disponibile solo in bianco e nero? L’unica cosa è l’affaticamento visivo, i tablet e gli smartphone effettivamente affaticano la vista. Forse l’unica discriminante è quanti libri leggi. Lettori accaniti, potrebbe forse avere subito un senso. Per i lettori occasionali, pre-covid il prestito del libro cartaceo era la soluzione migliore, dato che il numero dei libri cartacei è attualmente maggiore nelle biblioteche di quelli virtuali. Ora con il covid tutti i libri stanno facendo la quarantena anche loro nel ritornare nelle biblioteche, dunque potendo essere veicolo di covid, forse ci dovremo affaticare la vista e passare al digitale. Ereader per i più accaniti lettori, tablet per quelli occasionali.

Aggiornamento 27/7/2020:

La situazione sembra tranquilla, la città svuotata, il servizio di prestito organizzato per evitare assembramenti.

I libri digitali hanno diversi vantaggi ma mi affaticano la vista, non riesco a finirli perchè me li scordo tra le tante app. Per ora il libro reale, essendoci più scelta tra i testi (gli e-book sono ancora pochi), è per me meglio. In verità dato che non si capisce nulla sui vari rischi, e tutti ormai sembrano viverla scialla, se è consentito dal governo l’avranno pensato possibile e che non ci sono troppi rischi. Dunque via al prestito, e si lascia da parte lo schermo di un dispositivo per un pò.

 

La situazione è delicata e complicata al contempo

Non bisogna farsi prendere, dai sentimenti di pancia. La situazione è al contempo delicata e complicata. Tra ca*zate che si spammano in giro, e propaganda politica c’è da calmarsi, respirare e ragionare sulle cose che si dicono in giro. Cose che pur essendo condivisibili, è difficile attuare, critiche al mero fine politico e critiche con una proposta che possa essere attuata. La situazione è grave e per la ricostruzione veloce serve collaborazione, ora il nemico è il virus, facciamo un fronte comune.

Siamo nella m**da fino al collo

Qua la situazione si fa tragica, non ci sono prospettive. La mente ne risente della situazione. Qua se si continua così, saremo afflitti dalla morte a causa diretta del coronavirus ma anche a causa indiretta dovuto alla chiusura imposta. La nostra mente vacilla. L’economia se si continua di questo passo ne risentirà in maniera catastrofica. Alle persone viene richiesto di avere debito sulle proprie spalle. I politici fanno il teatrino tra di loro, le fazioni permangono e non c’è un unità per far sopravvivere l’Italia. I rapporti umani sono intaccati. Vorrei vedere una direzione, vorrei provare speranza per una ripartenza, ma le cose che vedo mi lasciano sgomento, perplesso, rattristato. Mi sento deprivato di speranza per il futuro.

Cosa abbiamo imparato dal Coronavirus

É una situazione tragica quella che sta affliggendo l’Italia ed il mondo intero. Questo virus, questa pandemia ha però messo in luce i problemi e le carenze dell’italia; ha mostrato cose che non erano palesi in codizioni di normalità.

Prima di tutto, che l’Unione Europea non è uno strumento che tutela la salute dei cittadini europei. É solamente un insieme di accordi commerciali. La politica per una verà unità Europea non esiste, si è visto per i migranti. Si sta vedendo per una epidemia collettiva. Non c’è una sanità unita, non c’è un esercito comune, una difesa dei confini comune.

La pandemia ha mostrato come nel nostro territorio, le fabbriche di prodotti non ci sono più, ma la globalizzazione ha delocalizzato tutte le produzioni. Il caso delle mascherine e dei ventilatori per la rianimazione è emblematico.

Il pubblico e la centralizzazione dei poteri per gestire casi eccezionali, sono cose positive. La sanità pubblica stà cercando di gestire la situazione. Perciò come per la sanità, conviene tenere quante più cose pubbliche, governate da persone competenti.

La competenza delle professioni, è importante, dopo aver provato a gestire la situazione solo con politici, essi si sono accorti di non poter gesitire la sistuazione ed hanno chiamato gli esperti delle materie in merito ai virus. Dunque, quello che professavano i cinque stelle, che tutti possono mettere bocca su tutto, è una cavolata. Il motto “Uno vale uno”, non vale un caz*o.

Bisogna dare adeguati fondi alla sanità, alla ricerca, alla istruzione, alla cultura.

I privati, mettendo il profitto in prima posizione sono un pericolo per il bene comune. Questo lo abbiamo imparato dal crollo del ponte Morandi.

I politici pensano solo al consenso elettorale. Vanno anche contro al bene comune, non hanno una visione a lunga distanza. Accontentano i gruppi che possano garntirgli un maggior numero di voti.

La politica non è lo specchio della società reale. Anche se vengo dalla società, si trasformano in un gruppo dedito solo ai propri interessi. E dato che loro controllano le leggi, hanno diritti speciali che i cittadini normali non hanno. I legislatori controllano e decidono dei cittadini, ma chi controlla i legislatori?

L’operato dei politici non è misurabile, ed ognuno interpreta i numeri a proprio modo. I politici ti imbastiscono le cose, rigirando qualsiasi cosa a proprio favore.

Sito su proprio storage o servizi di hosting?

Usare un proprio dispositivo di storage per mettere on-line un sito web oppure usare i servizi di storage di siti? Questo è il dilemma.

All’inizio ho usato servizi di hosting gratuiti, che davano spazio e gestione di database, gratis ma ha certe condizioni, c’erano diversi limiti nella gestione (di upload, di dimensione dei file, di spazio). Ci sono anche piattaforme di gestione di siti web, che semplificano la vita, che non usano i cms per la gestione di un sito, si pensa a scivere e per gli aggiornamenti la sicurezza e molte altre cose non ci devi pensare te. Riprendendo il discorso, sono passato a pagare per l’hosting, per avere a disposizione uno spazio non limitato. Poi però ho chiuso perchè, per le quattro cavolate che volevo scrivere il costo all’inizio basso per un offerta è aumentato dopo il primo anno.

Ho scoperto che i nas erano capaci di gestire siti web e tante altre cose, facendo due conti, il fatto che il nas è costato tot, ma calcolando il costo annuale di un servizio di hosting, si “ripagava”, ma in più ha altre funzioni.

Sapevo che era gestibile anche da un computer settato ad hoc, ma i nas sono fatti per stare accesi per molto tempo, un pc, bisogna realizzarlo ad arte, per far svolgere tale funzione.

Siamo arrivati qui, è per questo che potete leggere, quello che scrivo.

Ho visto servizi di hosting più economici, rispetto a quello che avevo adoperato in precedenza.

Ora, la tenuta online senza interruzioni mi accorgo che non è banale. Ho messo un ups che tenga acceso il nas nei momenti di interruzione di corrente, ma non resiste per molto tempo, gli da il tempo di spengersi per non danneggiarsi.

Il problema è anche se volessi passare ad un hosting, il passaggio degli articoli, che sono salvati nel database non è banale. Anche i link interni al sito web, ne risentono. Ammesso che riesca a passare il database, penso che potrebbe risultare “sporco”, per il fatto che si potrebbe portare dietro riferimenti ai link del vecchio sito web.

 

 

Fare lo Youtuber é dannoso per la salute mentale

Ho visto diversi personaggi su Youtube, ho seguito gli Youtuber nel percorso dei vari video. Quello che mi fa sostenere, che fare questo “mestiere” é dannoso per la salute mentale, é che ci sono stati dei cambiamenti, da che si é diventati famosi, un caso si é visto proprio il cambiamento. Gli ultimi video mostrano un cambiamento personale. Bisogna stare attenti chi ottiene fama, deve stare accorto a non giocarsi la salute mentale.

Le critiche e le offese nei messaggi, chi le fa, le scrive alla leggera, senza pensare. Come tutto su internet, é filtrato dallo schermo. Una cosa che uno non direbbe faccia a faccia viene scritta senza pensarci troppo.

Gli Youtuber cercano di gestire questa situazione, c’é chi ci riesce meglio e chi peggio.

YouTube – vivere la vita degli altri con gli youtubers

Inizialmente erano in pochi che rendevano pubblici video propri. Con il tempo il numero  di video è aumentato. Mettendo video  giornalmente, se uno segue sempre gli youtubers dato che sono cresciuti in maniera esponenziale, in tutto il mondo ce ne sono veramente tanti e molti sono veramente bravi nella realizzazione dei video, va a finire che vivi la loro vita, o meglio quello che loro ti vogliono far vedere.

Da una parte ti permette di vedere cose da tutte le parti del mondo, aumentando la conoscenza. Ma come con i social, bisogna valutare e non andarci sotto.

Tutto bisogna vederlo come uno strumento, che dobbiamo essere in grado di controllare e gestire. Assolutamente bisogna evitare che uno strumento prenda il controllo sulla nostra vita.

Riflessione: contratto Autostrade vs contratto AcelorMittal – su parole Di Maio

L’altra sera vedendo e sentendo Di Maio parlare mi ha lasciato perplesso un suo discorso. In sostanza, lui vuole togliere la concessione delle Autostrade ad Atlantia (dei Benetton), e parla delle difficoltà anche se è successo il crollo del Ponte Morandi. Poi mi parla del contratto dell’Ilva ed in questo caso è difficile far rispettare gli accordi. Ma io dico lo Stato da una parte vuole recedere da un contratto fatto in precedenza da loro ed ha difficoltà a rescinderlo anche dopo i fatti del ponte Morandi, di contro non riesce a far continuare a far valere un contratto con AcelorMittal sull’Ilva.

C’è qualcosa che non mi torna.

Ma è possibile? sembra che lo stato sia sempre in una posizione che non conta nulla.

Per quanto riguarda Atlantia vedremo, come andrà a finire la questione.

Ma anche per quanto riguarda il nostro vettore di bandiera Alitalia, mi pare veramente strano che non si riesce ad avere una rendita, ma si va sempre in perdita.

Lo stato perde da una concessione fatta tanti anni fa per autostrade, che potrebbe rendere allo stato diversi soldi, penso che anche in quest’ottica oltre che per mancata manutenzione, si voglia procedere con Atlantia.

Perde soldi dalla situazione Alitalia, che non riesce a stare in piedi da sola, e nessuno vuole investire se i conti non sono risanati.

Perde soldi dalla siruazione Ilva se Acelor Mittal se ne va e non paga. Per la questione Ilva la situazione, è veramente complessa tra salute e lavoro.

Lo stato quando stipula i contratti mi pare che ci rimette sempre, ma è possibile mai?

 

 

Chi ha più soldi o ha entrate maggiori paga di meno

È interessante come funzionino le cose nell’economia, ci stavo pensando dopo aver letto come moneyfarm gestisce i costi del proprio servizio di consulanza finanziara. Per una stessa gestione di un patrimonio chi ha di meno e investe di meno paga la consulanza di più, partono da min 5000 euro e chiedono l’1%, ma più soldi gli dai più la percentuale scende.

Questo non è l’unico caso, un altro caso è per quanto riguarda la cocessione di un pos. Se sei un piccolo negozio e non incassi molto ti fanno pagare mensilmente la tenuta del pos, ma se hai entrate maggiori, più guadagni meno pagi mensilmente la tenuta, fino ad azzerarsi arrivati ad una certa quantità di soldi mensili che devi incassare.

Anche nei casi che si vedono in tv, si parla sempre, in merito ai pagamenti mancati di tasse, che chi ha un giro di soldi alto riesce a trattare e alla fine riescono ad ottenere sconti sui pagamenti (almeno è così che raccontano in tv, di questo non ho personale esperienza).