Vorrei che l’istituzioni dessero una formazione migliore per i giovani, e soprattutto che la formazioni porti ad uno sbocco professionale una volta terminati gli studi.
Secondo me, una formazione rigida è utile nell’istruzione inferiore, poi una volta arrivati all’università sarebbe bello poter formarsi nel modo più ampio possibile. Per quel che ho visto io invece si è costretti a fare e studiare cose in modo ossessivo, in virtù del fatto che bisogna passare gli esami il prima possibile perchè stai sborsando fior di quattrini per completare gli studi. E’ utopico, lo ammetto, ma creare una formazione aperta senza spese, aprire i corsi secondo gli interessi dello studente, un Università che mischiasse le facoltà, non dividendo ma avendo la possibilità di scelta delle materie che più piacciono agli studenti. Perchè quando uno intrapende gli studi non sa a cosa va incontro (le materie di cosa parlano), sa solo che genericamente sta in una branca del sapere. Allarghiamo gli orizzonti, uniamo le facoltà ed eliminiamo il pagamento, che lo studio sia solo fine e se stesso, alla voglia di conoscere !!!
Tablet o Computer questo è il problema…
Siamo in una condizione tecnologica di transizione, in cui convivono il computer e il tablet, che insieme agli smartphone completano il panorama tecnologicho odierno. Ci sono anche dei dispositivi che cercano di essere a metà strada tra un computer e un tablet, dei dispositivi trasformabili.
Quello che si cerca di ottenere, sono dei dispositivi trasportabili, ma continuando di questo passo si arriva all’assurdo, in quanto si toglie al computer l’unità ottica e fin qui ci potrei anche stare perchè l’unità ottica è tecnologicamente sorpassata (anche se durerà ancora per diversi anni), poi si passa a togliere la tastiera fisica, questa cosa è un pò un assurdo se poi la tastiera me la riattacchi al dispositivo e me la vendi come un elemento separato a caro prezzo, questa cosa è molto commerciale come iniziativa, non nego che ha i sui perchè però è come andare in una direzione e poi fare marcia indietro.
Secondo la mia opinione, il computer è ancora il dispositivo principale, anche perchè i tablet hanno delle limitazioni, non si possono interfacciare con altri dispositivi, un altro difetto dei tablet è il fatto che la tastiera virtuale occupa troppo spazio sullo schermo e questo rende difficile la formattazione e l’elaborazione del testo rispetto ad avere uno schermo solo per la visualizzazione.
Attualmente ritengo che la soluzione migliore è possedere un computer portatile dalle ottime caratteristiche tecniche, e avere uno smartphone. Gli smartphone sono dei piccoli computer che si possono lasciare sempre accesi (ricordandosi di ricaricarli) e svolgono alcuni compiti, che prima erano riservati al computer, in maniera egreggia; tra questi compiti che io affido al mio smartphone primo tra tutti è la lettura delle email, in secondo luogo l’informazione e in terzo luogo la navigazione con le mappe. E’ veramente comodo per certi utilizzi lo smartphone, però per la navigazione dei siti web non è il massimo per la difficoltà di lettura dovuta allo schermo e nel mio caso alla non corretta visualizzazione dei siti in quanto posseggo un iphone e perciò alcuni siti web hanno problemi di visualizzazione.
Comunque sia penso che tra qualche anno sarà fondamentale il tablet, per poterlo utilizzare nella lettura di riviste e la riproduzione multimediale, è molto comodo per questi compiti però ora è qualcosa di accessorio, se l’editoria si trasformerà e la crisi economica cesserà penso che si svilupperanno più di quanto hanno fatto per ora (e già ora sono sulla buona strada). Il tablet mi piacerebbe comprarmelo ma per ora resta qualcosa in più, lo paragonerei alla motocicletta, se ne può fare a meno però si vorrebbe comprare.
Windows 7 & Ubuntu
Voglio parlarvi della mia esperienza dei sistemi operativi Windows 7 e di Ubuntu. Come tutti si parte dal pc con preinstallato Windows, la mia esperienza parte dal Windows 98. Ve lo ricordate? Ora a ripensarci la grafica non era un granché al confronto del recente Windows 7, ma a suo tempo era formidabile. Poi gli anni sono passati e arrivarono altre versioni del SO (abbreviazione che sta per Sistema Operativo). Mi sono rifatto un nuovo pc in corrispondenza dell’uscita di Windows XP, e quello mi sono ritrovato preinstallato nel pc. È migliorata la grafica del sistema ma appena uscito i bug ce ne erano diversi, attacchi da parte di virus o troian, e iniziano le varie restrizioni da parte della Microsoft per bloccare la pirateria del proprio software con l’introduzione all’interno di aggiornamenti che impedivano alle copie contraffatte di scaricare gli aggiornamenti. Un bel casino !!!
Leggendo su internet vengo a conoscenza del fatto che il sistema operativo che si basano su linux stanno diventando accessibili anche ai non programmatori, si inizia ad affermare Ubuntu, spinto dalla curiosità inizio delle prove. Alla fine riesco ad installarlo e a provare varie versioni del SO linux. Ci sono versioni per smanettoni e versioni più abbordabili come lo è Ubuntu.
Appena iniziato ad utilizzarlo Ubuntu è alquanto diverso da Windows, tu mi dirai, Ma va!!! È già però qui stanno i primi problemi, la concezione che sta dietro a tutto è diversa, mi inizio a documentare, scopro il terminale con cui puoi effettuare varie operazioni, imparo qualcosa per poterlo utilizzare, scopro che i programmi si scaricano direttamente dal web, utilizzo il sistema.
La grafica risulta accattivante con vari effetti grafici disponibili, la reattività è la cosa che maggiormente mi piace, il colore dello sfondo non è che mi piaccia molto, è di un marroncino… ricorda si l’africa da cui deriva anche il nome di Ubuntu però proprio non mi piace, infatti installo Xubuntu, che se non ricordo male fa capo ad un diverso diciamo ‘motore’ grafico, qua come grafica iniziamo a ragionare.
Si succedono vari problemi per poter ascoltare i file in MP3 per poter vedere video correttamente, appaiono schermate che ti invitano nell’installazione di diverse cose.
Il tempo passa e gli impegni di studio si fanno sentire e lascio Ubuntu, siamo arrivati ad ‘oggi’, ora il sistema operativo di casa Microsoft è Windows 7 e sta in procinto di uscire Windows 8. Ridò un occhiata alla versione di Ubuntu, faccio un pensierino sull’installazione, sorgono però diversi problemi… Dovrei ripartizionare il mio hard disk, riallocando il dovuto spazio, poi incrociare le dita e sperare che vada tutto bene…. Ma in fin dei conti chi me lo fa fare ? Mi piace la concezione dell’Open Source ma il livello di cose che ci sono per Win e che non esistono per Ubuntu mi fa desistere e dunque mi tengo stretto Windows. Per passare avrei anche dei problemi relativi all’hardware che non so fino a quanto riesco a trovare tutti i driver per far funzionare tutto al meglio.
In Conclusione
Se uno è intenzionato ad adottare Ubuntu deve fare delle ‘rinunce’, software CAD e giochi non all’altezza di quelli che si trovano su Win. Comunque sia uno deve pensare prima che vuole Ubuntu e comprare l’hardware compatibile. A mio giudizio finché esisterà la ‘pirateria’ dei sistemi e dei programmi Windows uno non ha convenienza a passare, anche per coloro che lavorano con un software non presente per Ubuntu. Spero vivamente che nel futuro le cose cambieranno, ma per ora le cose stanno così secondo sempre la mia opinabile opinione !!!
Noi e l’energia
Ormai siamo abituati ad avere sempre a disposizione l’elettricità che non facciamo più caso di averla. Salta la corrente e si pensa che tutto quello che facciamo si basa sul suo utilizzo. Siamo legati alla distribuzione energetica in maniera ormai talmente profonda, basti pensare alla benzina, ogni giorno cresce il prezzo di un litro di benzina, ma noi che facciamo?
Continuiamo a comprarla qualsiasi sia il prezzo, forse stando un po’ più attenti. Il discorso che voglio porre sotto gli occhi di tutti sta nel fatto che bisognerà trovare una soluzione, altrimenti il mondo finirà le proprie risorse. Bisognerebbe che tutti i governi e le multinazionali spingessero per un mondo sostenibile. Io come individuo non faccio nulla di diverso per poter cambiare questa situazione, e lo dico apertamente ma in qualche modo c’è bisogno di un cambiamento del modo di pensare collettivo, cosa a mio avviso alquanto difficile.
Che brutta è la società!
Siamo una società davvero brutta. La società italiana è basata sul rubare al prossimo. Iniziamo con i politici, e qua se ne vedono di tutti i colori, i partiti che si intascano i soldi e li utilizzano per un uso privato, rubano dai cittadini italiani. Oggi mi ha colpito un avvenimento sono entrato da un fornaio e le persone che sono entrate venivano servite, le persone si accalcavano davanti al bancone passandoti avanti senza nessuno scrupolo solo per poter risparmiare 30 secondi e dico tanto, è una vera schifezza nessuno che si fosse azzardato a concedermi di chiedere un pezzo di pizza, un menefreghismo più totale alla giustizia. Da questo episodio che mi è capitato penso che in Italia il punto in cui siamo arrivati è stata una diretta conseguenza del popolo italiano, nessuno pensa alla collettività. Mettiamo uno stato anarchico, per l’Italia è la migliore delle soluzioni.